In Italia si parla di un vero e proprio effetto padel, il nuovo gioco che ha praticamente conquistato milioni di giovani e meno giovani nel nostro Paese. Più adrenalinico del calcio, più originale del rugby, più avanti del tennis; una racchetta, una gabbia di vetro e la voglia di vincere divertendosi. Ma come si gioca a padel e perché è così speciale?
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La storia del padel
Colpa di un errore o merito della fantasia di Enrique Corcuera, un imprenditore messicano che tra la fine degli anni’60 e l’inizio dei’70 decide di costruire un campo da tennis nella sua megavilla ad Acapulco. In corso di costruzione, però, si accorge di non avere sufficiente spazio perché non può abbattere alcune pareti che ne ostacolavano la realizzazione. Nessun problema, pensa, se ci sono delle pareti, le useremo per giocare, anche a condizione di dar vita ad un nuovo gioco ed è proprio ciò che è successo.
Questo significa che la palla tocca a terra e rimbalzando può colpire le pareti, nella naturale dinamica del gioco, con un sistema di punteggi come quello del suo antesignano tennis. Unica sostanziale differenza è il servizio, che si esegue partendo dal basso proprio sotto al bacino, oltra alla pallina più sgonfia di qualche tono.
Quando la fortuna bacia il caso
È difficile immaginare la nascita di un gioco di questa portata per puro caso, immaginazione visionaria, capacità di adeguarsi ad ogni situazione o la voglia di cambiare. Non sappiamo cosa sia passato per la testa di Corcuera e i suoi amici miliardari, ma possiamo dire con certezza che oggi in Argentina ci sono ben 5 milioni di giocatori e 2 milioni in Spagna, le nazioni che da anni si contendono i titoli mondiali. Basti considerare che proprio nella terra baciata del grande goleador, Maradona, il padel è lo sport maggiormente praticato e il secondo a Madrid, un successo senza precedenti. Negli anni il gioco ha subito una piccola variazione che riguarda la costruzione di pareti con pannelli di vetro che consentono agli spettatori di guardare ogni azione che si svolge in campo, spopolando in tal modo anche in TV.
Il successo del padel in Italia
Dalla Spagna all’Italia il passo è stato breve e nel 1991 il padel è atterrato nel Bel Paese con un volo in prima classe. Una crescita esponenziale che registra circa 5 mila iscritti alla Federtennis con campionati in A, A2 e anche B con ben 20 mila giocatori, 120 squadre formate e 700 campi da gioco realizzati. Per avere un idea del fenomeno di costume in atto, basti pensare che nel 2010 i tesserati erano meno di 900 e senza avere ben chiara la dinamica del gioco. I circoli da tennis hanno dedicato per anni uno spazio marginale al padel, considerato che oltre ad un impianto il cui costo si aggira intorno ai 20 mila euro e uno spazio minimo di 200 metri quadri, è sufficiente una racchetta da 50 euro (qui recensite) e tanta voglia di divertirsi. Da dieci anni a questa parte il gioco del padel ha avuto una crescita esponenziale, culminando nel primissimo Gillette Padel Vip Cup a Sabaudia nel 2019, con tanti Vip del jet set italiano pronti a scontrarsi all’ultimo rimbalzo. Una sfida tra Giovanni Malagò e Roberto Mancini, Jimmy Ghione e Giovanni Malagò, Stefano Fiore e Luigi Di Biagio fino a Luca Marchegiani e infine la coppia che ha conquistato il primo posto sul podio, Francesco Totti e Vincent Candela. Chi avrebbe mai immaginato una passione insana del Pupone per il padel? Un hobby che lo ha condotto a costruirsi un vero e proprio campo a casa dove poter essere libero di allenarsi e divertirsi. Ma non solo, la passione e la carica di molti giocatori hanno ottenuto la nomina del manager Luigi Carraro a capo della federazione internazionale padel, con la ferma intenzione di giungere anche alle Olimpiadi.
Tutti i benefici del padel, uno sport a 360 gradi
Secondo l’esperienza della Grosheva, prima player russa nel World Padel Tour e oggi italiana di adozione, quando ha iniziato a giocare a padel era solo un diversivo del tennis, un modo per divertirsi senza la tensione delle regole del tennis, per il quale era in classifica Itf. La differenza sostanziale tra le due discipline, secondo Stefania, risiede nella capacità di interagire con il proprio antagonista facendo anche squadra con lui, mentre il tennis è uno sport assolutamente individuale. Si vince e si perde da soli, gli allenamenti sono individuali e anche la crescita professionale. Con il padel, invece, ci si allena in gruppo e questo aiuta la socializzazione, ci si tiene in forma senza causare stress alla muscolatura ed è praticabile a tutte le età, dai bambini che iniziano ad approcciarsi allo sport fino ad un’età avanzata, senza alcun rischio.